12 agosto 2021

Confronti (21-093)

Confronti. (21-093) Una mia collega di lavoro, di trent'anni fa, è morta da una settimana (vedi 21-088). Abbiamo condiviso, allora, impegno professionale, sindacale e umano. Poi ho lasciato quel lavoro (e anche quel mondo) e non ci siamo più visti o quasi. Abbiamo imboccato due strade diverse. Lei si è dedicata sempre più al volontariato e alla solidarietà internazionale, io a varie esperienze di lavoro e a due miei filoni di ricerca: l'agricoltura e il cibo. Ascoltando le testimonianze di amici e conoscenti, durante il funerale, ho scoperto che il suo impegno nel volontariato è cresciuto moltissimo. Prima in Nicaragua, poi in Palestina e infine Saraievo e Haiti. Un esempio di impegno civile per la città in cui vivo, ma anche di respiro nazionale. Mi è venuto spontaneo fare un confronto, che in estrema sintesi si può sintetizzare in questa frase: lei si è dedicata agli altri, io a me stesso. Detto così suona come un rimprovero alla mia vita "egoistica" in confronto col suo altruismo. Eppure ... Non sento di aver sprecato la mia vita. Certo, a confronto con la sua, la mia impallidisce, ma è come se avessi fatto un percorso comunque dignitoso. Non me ne pento. Ora che sono vecchio, sono chiamato ancor più a occuparmi di me stesso. Con una riserva: da qualche anno ho accumulato quattro nipoti, dei quali mi sono occupato e mi sto occupando. Un aiuto della vita ad uscire da se stessi, anche se soltanto per quattro personcine invece che per villaggi interi o popolazioni. La mia collega è un esempio per tanti. Io no. Ma occuparsi di bambini, generazione futura, è comunque un valore. (Forse i confronti fra vite diverse non sono opportuni: meglio non farli) (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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