07 marzo 2021
Vedovi (21-027)
Vedovi. (21-027)
Ho fatto il conto: nel piccolo isolato attorno a casa mia (circa quindici edifici per più di un centinaio di residenze) vivono 4 vedovi e ben 9 vedove. Potrei trarre conclusioni sul fatto che gli uomini muoiono prima delle loro compagne, ma il numero è troppo esiguo.
Del resto basta notare che in Italia gli anziani con età superiore a 75 anni sono 7 milioni circa e di questi il 60% sono donne: cioè 4,2 milioni, mentre gli uomini sono soltanto 2,8 milioni.
Perciò, grosso modo, le vedove sono almeno 1,4 milioni in più.
Ma non era sui numeri che mi volevo soffermare.
La condizione di vedovanza comporta spesso una maggior solitudine, con conseguenze negative. Perchè, per quanto fra due coniugi non ci si sopporti più, dopo una certa età, la sola presenza di un altra/o in casa presenta vantaggi indiscutibili: per le attività cerebrali (per esempio si è costretti a prestare più attenzione), ma anche per il benessere psicofisico (siamo animali sociali, la solitudine non ci si addice).
Ciononostante siamo destinati a restare vedovi: uno su due, perchè non si muore mai insieme.
Difficile comunque generalizzare.
La condizione è strettamente legata all'età alla quale si perde il compagno o la compagna, al grado di autonomia, e anche a quanto si è costruito lo stare insieme.
Sì, perchè per dare significato alla vita degli ultimi anni di coppia è quasi necessario un meticoloso lavoro a tavolino.
Ci si deve impegnare.
Non capita automaticamente una convivenza minimamente soddisfacente e produttiva.
Ci sono altri fattori che influiscono: per esempio se uno dei due diventa depresso.
Non lo sa, lo rifiuita e comincia a isolarsi.
Soprattutto considera quell'isolarsi come normale portato della vecchiaia.
Invece è solo depressione senile.
Complicata la vecchiaia!
(Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)
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