Non
mi ci ritrovo più? (19-110)
Comincio
a sentire estranea la società in cui vivo.
Sono
infastidito dal trionfo di tutti i nuovi marchingegni elettronici: le
varie app, i vari codici da fotografare, facebook, twitter, compresi
mezzi di pagamento via internet, eccetera eccetera. Anche nuovi
comportamenti mi irritano, come la scimmiottatura di modi di fare di
altre società (dammi il cinque), l'invadenza di lingue
straniere (anzi di una sola, l'inglese), la presenza massiccia di
prodotti (film) del paese dominante, gli Usa. Per non parlare dei
valori emergenti, come il razzismo, l'egoismo, la paura di perdere la
propria sicurezza, la prevalenza dell'apparire.
Di
questo passo l'estraneità sarà sempre maggiore.
Per
il momento prevalgono i motivi di appartenenza su quelli di alterità.
Ma
avanzando cogli anni sono di meno le persone che conosco (i miei
coetanei cominciano a morire), gli stessi concetti fondamentali che
mi hanno accompagnato nella vita come correttezza, cultura, passione
civile, il merito, sembrano affievolirsi o per lo meno sono estranei
alle generazioni future.
Mi
figuro un futuro in cui non apparterrò più alla socità in cui
vivrò.
Varrà
allora la pena di vivere in un tempo, in un luogo con i quali non si
ha nulla da spartire?
Allora
andarsene sarà meno duro.
La
morte sarà bene accetta.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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