18 luglio 2018

Sentimenti contrastanti (18-098)

Sentimenti contrastanti. (18-098)
Ho venduto casa!
Dopo un anno di ricerche, di tensioni, di fatiche.
A un prezzo basso, ma dignitoso.
Questo progetto mi ha tenuto occupato a lungo e si è concluso per il meglio.
Tutto bene, dunque.
Eppure …
Era la casa che mi avevano regalato i miei genitori. Che mi sarebbe piaciuto trasmettere a
mio figlio, in continuità fra le generazioni della nostra famiglia. Non ero legato alla casa in
quanto luogo in cui ero vissuto: piuttosto come legame di famiglia.
Mi pare che un pezzo di storia se ne sia andato.
Ho tagliato via un pezzo di passato. Del mio passato.
Sono in bilico fra gioia e rammarico.


Se scavo più a fondo, emergono altri sentimenti, forse più veri.
Vendendo la casa, ho cancellato un pezzo di passato. Un pezzo di me: è proprio quello che succederà quando morirò, quando io scomparirò dal mondo e il mondo farà senza di me.
Quella casa che ormai non mi appartiene più, appartiene a un altro mondo, simile a quello
nel quale io non ci sarò più.

L'ambivalenza di questo momento è più legata all'idea della mia fine, piuttosto che alla perdita di qualcosa di familiare.
Più alla mia morte che alla mia famiglia. 
La perdita della casa è simbolo concreto della perdita della vita




(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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