Jung:
sulla vecchiaia. (18-096)
"Raggiungere
un'età avanzata non è così piacevole come si sarebbe portati a
pensare. In ogni caso comporta un crollo graduale del corpo, di
quella macchina con cui la nostra follia ci fa identificare. In effetti è
una grande fatica - l'opus magnum - sottrarsi in tempo alla stretta
del suo (del corpo) abbraccio e liberare l'anima nella visione
dell'incommensurabile
grandezza del nostro mondo, di un mondo di cui noi costituiamo soltanto una parte infinitesimale...
Quanto più invecchio, tanto più mi colpiscono
la caducità e le incertezze del nostro sapere e tanto più cerco rifugio nella semplicità dell'esperienza immediata per non perdere il contatto con le cose essenziali, cioè con le dominanti che improntano l'esistenza umana attraverso i millenni."
grandezza del nostro mondo, di un mondo di cui noi costituiamo soltanto una parte infinitesimale...
Quanto più invecchio, tanto più mi colpiscono
la caducità e le incertezze del nostro sapere e tanto più cerco rifugio nella semplicità dell'esperienza immediata per non perdere il contatto con le cose essenziali, cioè con le dominanti che improntano l'esistenza umana attraverso i millenni."
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)
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