Sono abbastanza.* (16-177)
Un conoscente giovane
(più che quarantenne, però), ha il padre che non sta bene, in
ospedale, in seguito a un'operazione importante. La convalescenza
presenta alti e bassi e così il figlio passa momenti di fiducia
misti a momenti in cui dispera che il padre si possa salvare.
Il
padre ha la mia età.
Parlando con lui in
questo frangente, inevitabile toccare questioni di vita, morte,
vecchiaia.
Così nel corso di una conversazione è sbottato:
" ... a settant'anni
si è vissuto abbastanza. Bisogna rassegnarsi che se la morte arriva
non è una tragedia."
Si è fermato e ha
abbozzato un sorriso, perchè sa che io ho quell'età.
Gli ho ribattuto:
"Hai ragione. A
settant'anni la vita vissuta è tanta. Si son fatte molte cose. Si
può essere appagati. La morte a settant'anni non spezza una vita.
Può rappresentare la degna conclusione di un'esistenza."
Settanta sono abbastanza.
Anche se morire adesso mi
dispiacerebbe.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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