Sono
morti e non lo sanno. (16-027)
Non
si tratta dell'affermazione di qualche gruppo spiritico, per
descrivere lo stato di spaesamento di chi muore all'improvviso e che
per qualche tempo non si capacita della fine della propria vita
(nell'ipotesi di una vita dopo la morte).
È
invece una felice battuta di un amico giornalista.
Sta
a indicare lo straniamento dalla realtà di persone che non si
rendono conto che i tempi cambiano. Cambia la società, cambiano le
strutture interpretatitive, cambiano i rapporti di potere.
Cambia
tutto dunque e taluni non se ne accorgono. Continuano a vivere in una
realtà completamente diversa, e non si rendono conto che tutto è
mutato.
Sono
morti e non lo sanno, dunque.
Temo
che si applichi a noi anziani.
Quando
non ci rendiamo conto che la società odierna è profondamente
diversa da quella della nostra gioventù o dell'età matura.
Quando
pretendiamo di usare le stesse categorie che abbiamo usato per lungo
tempo per interpretare la realtà.
Quando pretendiamo gli stessi
atteggiamenti nostri dalle nuove generazioni.
Quando esigiamo gli
stessi valori.
Quando giudichiamo con gli stessi principi.
Eppure
in 50, 60, 70 anni è veramente tutto cambiato.
Siamo
spaesati.
Siamo
morti e non lo sappiamo.
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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