16 gennaio 2016

La sua vita (16-007)

La sua vita. (16-007)
Un ottantaquattrenne. È stato ricoverato in ospedale qualche settimana fa, non so se per malattia o lieve incidente. Ora è tornato a casa. Ha ripreso la sua vita. È completamente autonomo e vive da solo, nella sua casa, curando un piccolo orto (attività questa molto gradita a una parte di anziani). Ma l'esperienza di andare in ospedale per una infermità ha cambiato le cose.
L'unica figlia lo va a trovare ogni giorno, finito il lavoro. Anzi si ferma sovente per cena. Un pò per fargli compagnia, un pò per controllarlo.
La figlia è stressata, perchè deve modificare la sua vita, per accudire il padre.
La figlia è preoccupata.
L'età del vecchio è quella giusta in cui si modificano le vite.
Quelle degli anziani, perchè cominciano a perdere autonomia.
Quelle dei figli perchè devono seguire il padre o la madre anziani.
C'è un'età in cui bisogna porsi il problema: cambio la mia vita io (vecchio), o la cambiano i miei figli (giovani)? Il vecchio dovrebbe trasferirsi più vicino alla figlia, ma perderebbe il suo orto, l'occupazione che lo gratifica molto. 
L'orto è tutta la sua vita.

Cambiar vita da vecchi è duro. 
Si è legati a piccole abitudini, a trovar le cose al solito posto, a seguire uno schema sempre uguale e per questo rassicurante. E poi c'è l'orto, che è realmente un motivo di vita autentico e fonte di gioia.
Ma quando le condizioni non ci sono più bisogna prenderne atto e sapervi rinunciare.
È doloroso.
E' inevitabile, in tarda età.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

Nessun commento:

Posta un commento