Stasi.
(14-89)
All'inizio
di questo diario, nel 2012, avevo scritto della prudenza, virtù
necessaria agli anziani. Uno degli episodi che citavo riguardava
l'alzarsi di notte per andare in bagno.
Dicevo di avere la cattiva
abitudine di non accendere la luce e di muovermi a tentoni. Col
rischio grave di cadere, per un eventuale improvviso capogiro, o per
ostacoli imprevisti o anche semplicemente per non aver calcolato bene
le distanze.
Sei
imprudente! Mi ero detto.
Da
qui la decisione di tenere almeno una pila sul comodino e muovermi
con questa. Cosa che ho fatto per qualche tempo.
Poi
sono tornato alla mia consueta abitudine. Mi muovo al buio.
Nei
giorni scorsi mi sono chiesto il perchè.
La
prima risposta: forza dell'abitudine! Ma non è così.
Quando
ho compiuti i fatidici 65 anni, ho cominciato ad accorgermi di varie
perdite dovute all'anzianità. Per un po' sono stato spaventato da
questa improvvisa e rapida irruenza della vecchiaia nella mia vita.
Ora a distanza di due anni o mi sono abituato a queste perdite o sono
rallentate o addirittura regredite.
La
vecchiaia è anche questo. Appare a macchie di leopardo e procede a
salti, non con una velocità costante.
Anzi
in certi momenti sembra addirittura che si arresti.
Ora
vivo una stasi della mia vecchiaia.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107.
La
sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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