27 ottobre 2012

Ruolo sociale.(52)
Un familiare, pensionato da poco, mi dice: "Quando lavoravo, mi ossequiavano tutti. Ora da pensionato quasi non mi salutano".
Se avevi prestigio dal tuo lavoro, lo perdi. E' inevitabile. Anzi è opportuno. Così smascheri chi ti omaggiava per ipocrisia. Ma non è questo, quando parlo di ruolo sociale. Non intendo il prestigio sociale.
Un altro familiare, gran viaggiatore, mi dice che, in Giappone, il netturbino che spazza la strada, è orgoglioso del lavoro che svolge. E lo svolge bene. Perchè è un lavoro utile alla società. O comunque è un lavoro utile a qualcuno. Ecco, di questo voglio dire.

Quando cessi di lavorare, cessi di essere inserito in una organizzazione. Che svolge un compito. Per qualcuno. O per tutta la società. Siamo animali sociali. Stiamo bene se svolgiamo un compito per il nostro gruppo. Prendiamo significato dal gruppo di appartenenza.
Quando siamo espulsi da un contesto, rischiamo la depressione. Perchè parte della nostra vita prendeva significato da quel contesto.

I vecchi, in quanto pensionati, in quanto meno mobili, in quanto più ritirati in sè, perdono ruolo sociale. E ne soffrono. Se ne sfugge solo se si basta a se stessi. Cioè se si trova in se stessi il significato del vivere.
La vecchiaia ti invita a percorrere questa strada di individuazione. Ricercare in te stesso significati.
Molto positivo, no?

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