La vecchiaia serve.(46) (Punti fermi.)
E' un mese e mezzo che scrivo queste cronache. Avevo cominciato prima. A maggio. Circa sei mesi. Abbastanza per tirare delle somme. E' necessario. I miei pensieri sono sparsi. Cronaca, appunto. Occorre tirar fuori il succo. Altrimenti restano chiacchiere.
Un primo punto. Ho compiuto 66 anni. Sono vecchio. Senza forse, senza se. Gli altri mi vedono così. Devo vivere quest'età. Fortunato che ci sono arrivato. Compagni di scuola già morti, ne ho.
A trent'anni pensavo che 70 mi bastavano. Ci sono quasi. Mi bastano? Mi piacerebbe continuare a vivere. Ho ancora da fare. Comunque, se non muoio, che faccio? Vivo, ovvio. Come?
Posso vivere un'altra fase della vita. Diversa dalle precedenti. Non è uguale, in peggio. No, è proprio diversa. Vita con 66 anni alle spalle. Non è diversa perchè ha di meno (forze). Ha anche di più (anni vissuti). Qualcuno dice:"Se avessi ancora vent'anni!" Io no. Penso a com'ero a vent'anni: una pallida immagine di come sono adesso. Mi preferisco adesso. Anzi, io a vent'anni non mi piaccio. Naturale. Più spaesato, più fragile, più inconsapevole. Una vita che cessa a vent'anni, è incompiuta. Gli manca la maturità. Gli manca anche la vecchiaia. Questo è il punto.
A una vita piena, serve la vecchiaia? Dice:"Vorrei avere vent'anni, con la testa di adesso." Come fai? La testa di adesso è costruita con altri 46 anni, dopo i venti. Il corpo in 46 anni si deteriora. Per aver questa testa ci ho messo anni, intanto il corpo declina.
Un altro punto, fermo. Il declino del corpo è inevitabile. Come la morte. Biologicamente. Possiamo far tante elucubrazioni sulla finitezza umana. E' scritta nella biologia. Così come la perdita di capacità.
A quaranta, cinquant'anni, ci illudiamo che, come siamo, così continueremo. Sbagliato. La vita non è una linea che cresce e poi resta costante. A un certo punto cala. Una parabola. Può spiacere: la vita è anche il declino. Trovare senso nel declino. Una sfida.
La vecchiaia serve.
(In seguito scriverò altri pezzi sul succo della vecchiaia. Li chiamerò "Punti fermi")
E' un mese e mezzo che scrivo queste cronache. Avevo cominciato prima. A maggio. Circa sei mesi. Abbastanza per tirare delle somme. E' necessario. I miei pensieri sono sparsi. Cronaca, appunto. Occorre tirar fuori il succo. Altrimenti restano chiacchiere.
Un primo punto. Ho compiuto 66 anni. Sono vecchio. Senza forse, senza se. Gli altri mi vedono così. Devo vivere quest'età. Fortunato che ci sono arrivato. Compagni di scuola già morti, ne ho.
A trent'anni pensavo che 70 mi bastavano. Ci sono quasi. Mi bastano? Mi piacerebbe continuare a vivere. Ho ancora da fare. Comunque, se non muoio, che faccio? Vivo, ovvio. Come?
Posso vivere un'altra fase della vita. Diversa dalle precedenti. Non è uguale, in peggio. No, è proprio diversa. Vita con 66 anni alle spalle. Non è diversa perchè ha di meno (forze). Ha anche di più (anni vissuti). Qualcuno dice:"Se avessi ancora vent'anni!" Io no. Penso a com'ero a vent'anni: una pallida immagine di come sono adesso. Mi preferisco adesso. Anzi, io a vent'anni non mi piaccio. Naturale. Più spaesato, più fragile, più inconsapevole. Una vita che cessa a vent'anni, è incompiuta. Gli manca la maturità. Gli manca anche la vecchiaia. Questo è il punto.
A una vita piena, serve la vecchiaia? Dice:"Vorrei avere vent'anni, con la testa di adesso." Come fai? La testa di adesso è costruita con altri 46 anni, dopo i venti. Il corpo in 46 anni si deteriora. Per aver questa testa ci ho messo anni, intanto il corpo declina.
Un altro punto, fermo. Il declino del corpo è inevitabile. Come la morte. Biologicamente. Possiamo far tante elucubrazioni sulla finitezza umana. E' scritta nella biologia. Così come la perdita di capacità.
A quaranta, cinquant'anni, ci illudiamo che, come siamo, così continueremo. Sbagliato. La vita non è una linea che cresce e poi resta costante. A un certo punto cala. Una parabola. Può spiacere: la vita è anche il declino. Trovare senso nel declino. Una sfida.
La vecchiaia serve.
(In seguito scriverò altri pezzi sul succo della vecchiaia. Li chiamerò "Punti fermi")
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